F.


Fanciulli Eroi (Niños Héroes):  Alleghiamo una piccola descrizione abbastanza dettagliata dei fatti dal sito web carabinieri.it:

"Al compimento di nove anni dell'indipendenza del messico, nel 1845, il Presidente statunitense John Tyler, con un profetico colpo di coda nell’ultimo giorno in carica, ed ottemperando idealmente ai dettami della politica espansiva insita nella “dottrina Monroe”, formalizzò un’offerta di annessione che i reggenti del Texas accolsero, aggiungendo così la 28ª stella alla bandiera degli Stati Uniti d’America.

A distanza di poche settimane il Presidente neo-eletto James K. Polk incaricò il diplomatico John Slidell di recarsi in Messico per avanzare domanda di acquisto della California e del New Mexico. Giunto a Città del Messico Slidell non venne ammesso nelle stanze presidenziali, forse subodorando queste l’assenza nella proposta in parola di alcuna compensazione per la cessione, ritenuta ingiusta, del Texas. 

Pochi giorni dopo, il 24 aprile del 1846, la cavalleria messicana attaccò con audacia un distaccamento statunitense sagacemente inviato per istruzione presidenziale presso il confinario Rio Grande, facendo prigionieri i soldati superstiti. Polk, appresa la notizia prese la palla al balzo e, rivolgendosi al Congresso l’11 maggio, asserì che il Messico aveva “invaso il nostro territorio e versato sangue statunitense sul suolo statunitense”. Per parte sua il Congresso approvò a larga maggioranza la mozione di guerra, che venne dichiarata formalmente l’11 maggio.

Punto nel vivo del proprio incipiente orgoglio nazionale, il Messico in quel momento era tutt’altro che pronto a sostenere un conflitto con il potente vicino, ed ancor meno lo era lo strumento militare di cui poteva disporre. Gli effettivi dell’Esercito ed i loro comandanti erano scarsamente armati e peggio equipaggiati. Per contro, gli statunitensi erano dotati di fucili di ultima generazione. D’altra parte i soldati messicani erano reclutati eminentemente con la coscrizione e, per giunta, erano scarsamente remunerati e spesso mal nutriti, mentre quelli statunitensi si stringevano nei ranghi di un Esercito regolare con arruolamenti su base prevalentemente volontaria e salari dignitosi e puntuali.
...

I reparti statunitensi penetrarono inesorabilmente nella capitale giungendo sino all'ultimo ridotto difensivo, il Castello di Chapultepec, estremo baluardo fortificato nel cuore di Città del Messico. Fu questo lo scenario di uno degli episodi di maggiore eroismo militare universale, che vide nutrirsi l’aspra ed impari contesa con il sangue dei giovani cadetti del “Colegio Militar” che vi aveva sede, i quali soccombettero stoicamente sotto l’impietoso fuoco nemico pur di non subire l’onta di deporre le armi ed accettare una resa disonorevole con la consegna della bandiera, e per tale supremo gesto se ne celebra il ricordo con maestosa solennità ogni anno, nella ricorrenza del 13 settembre, il giorno dei “Niños Héroes” (fanciulli eroi)." [*]

"Fu il sacrificio dei fanciulli quello che impedì che diventassimo una semplice stellina in più sulla bandiera dei viciniAntonio Velasco Piña

Francisco Villa (Pancho Villa): è stato un rivoluzionario e guerrigliero messicano, eroe popolare della rivoluzione messicana del 1910 - 1911. Condottiero del popolo che appoggiava Francisco Madero nella rivolta dei cosiddetti peones contro il regime dittatoriale di Porfirio Diaz.